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Capitolo 19

Scarto una di quelle maschere di bellezza in stoffa che vanno tantissimo di moda sui social e me la appiccico in faccia, Γ¨ fredda e gelatinosa, ma fa bene il suo lavoro, mi lascia scoperti solo gli occhi e le labbra. Frugo frettolosamente nella valigia per poi ritrovare la scatolina verde contentente la “dentiera” che mi ero fatta fare su misura per avere un sorriso perfetto e smagliante, la indosso facendo pressione e le mie gengive non sono per niente contente. Infilo in testa una fascia verde fluo con un grosso fiocco nella parte alta, pinzo i capelli della parrucca con un mollettone, mi pare d’avere un’ananas in testa! Quindi direi perfetto! Indosso l’accappatoio gentilmente fornito dall’hotel e mi preparo per la prova del nove… esco dal bagno osservando la reazione di Charlotte, che spaventata comincia ad abbaiarmi contro, per poi fuggire e rintanarsi sotto il letto. Com’era quell’orrendo accento francese che avevo imparato in Tv? Faccio alcune prove vocali e mi rendo conto di non aver perso lo smalto nemmeno su questo aspetto dell’arte del camuffarsi. Accendo il grande schermo che Γ¨ stato posto di fronte al divano, e mi accomodo nell’attesa che qualcuno bussi alla mia porta.

Abbasso la maniglia e sfodero il mio piΓΉ bel sorriso, finto in tutti i sensi, all’agente di polizia che mi ritrovo di fronte, in risposta lui indietreggia, suppongo di averlo spaventato con il mio aspetto. “Mi scuso per il mio aspetto, ma sa, noi donne abbiamo spesso bisogno di un restauro per apparire sempre al meglio, ihihiiihi” affermo forzando l’accento francese, che poi in realtΓ  non ha alcun senso se considero il fatto di chiamarmi Anna Minali, e di essere un’italiana in vacanza a Los Angeles, ma dubito che si faranno domande in merito. “Accomodatevi, prego!” Invito l’uomo in divisa ad entrare e mentre richiudo la porta la sento fermarsi improvvisamente, per poi svelarne, al di dietro, il volto di un detective Evans abbastanza irrigidito. “Buonasera” mi dice secco e senza nemmeno guardarmi in faccia, beh meglio cosΓ¬. “Signorina si sieda e risponda il piΓΉ velocemente possibile alle domande che le porrΓ², lo faccia in modo coinciso e sincero, in modo tale da poter ottenere le informazioni necessarie per noi e da poter togliere a lei il disturbo il prima possibile.” si rivolge a me con questo celere monologo per poi fissarmi intensamente negli occhi alzando un sopracciglio. Aiuto, avrΓ  capito con chi sta parlando? Lo scruto senza abbassare lo sguardo, attraverso le lunghe, folte e finte ciglia che avevo applicato questa mattina. “Chieda pure detective, cos’Γ¨ accaduto?” domando ingenuamente. “Potrebbe togliersi quella roba dalla faccia Signorina? Fatico ad avere una conversazione normale, questo mascherone mi turba!” esclama lui, formando col dito indice alcuni cerchi intorno al mio viso. “Detective non Γ¨ possibile, questa maschera va tenuta almeno due ore, una volta cominciato il restauro Γ¨ impossibile fermare il processo! ihhhihiu” ridaccio sfiorandogli il giocchio con la mano. In risposta lui sbuffa lanciando uno sguardo di dissenso al poliziotto che assiste alla scena restando in piedi sul posto, Γ¨ basito. “Signorina mi racconti di cosa ha visto e sentito in queste ultime due ore, la prego, nei dettagli. “. Prendo un grosso respiro, come per creare suspance all’inizio del racconto “Mi stavo rilassando in vasca, tra schiuma e bolle di sapone, sorseggiando lo Champagne gentilmente offertomi dall’hotel, quando alcuni suoni metallici hanno disturbato il mio relax, ho pazientato qualche minuto ma pareva che qualcuno stesse facendo una grande festa, a discapito del mio tentativo di riposare, allorchΓ¨ ho avvisato la reception. Per assurdo non ho fatto in tempo a riattaccare che era giΓ  tornato il silenzio, tutto quΓ¬. Me ne sono rimasta in ammollo per quasi un’ora, dopodichΓ¨ mi sono incremata le gambe, ho preparato il viso alla maschera ed eccomi qui, di fronte a questi suoi occhi profondi, detective..” racconto tutto d’un fiato concludendo con un ammaliante sorriso che seppur solo per pochi istanti fa apparire del rossore sulle guance di Evans, forse si fiderΓ  del mio racconto e mi lascerΓ  in pace. “Mhhh.. d’accordo signorina.. se avrΓ² altre domande, a quale numero telefonico posso rintracciarla?”

Dopo aver visionato e preso nota sia del numero di telefono, che di quello dei documenti, il Detective ed il suo scagnozzo si congedano lasciandomi finalmente respirare. Vorrei prendermi del tempo libero ma non c’Γ¨ tempo da perdere, devo organizzare il piano Parker, questa volta non saranno ammessi errori, dev’essere perfetto nei minimi dettagli, prima perΓ² controllo il cellulare, Γ¨ rimasto abbandonato della borsa per tutta la sera. Sblocco lo schermo ed appare un messaggio “Miss, io e lei abbiamo un conto in sospeso, le andrebbe di parlarne domani a cena? Penso a tutto io. Evans”. Il messaggio Γ¨ delle 18:37. Mi sento come se qualcuno avesse preso il mio cervello e buttato in una lavatrice, centinaia di pensieri, immagini ed emozioni mi assalgono, mi lancio sul letto e fisso il soffitto. Quanto sarebbe bello poter essere Becca e non questa assassina? Poter vivere una vita normale? “Ok, fammi sapere dove aspettarti. Notte. B.” Rispondo e chiudo gli occhi, improvvisamente del piano Parker non mi importa piΓΉ niente.

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