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capitolo 20

Andy osserva il mio ingresso nel suo appartamento restando comodamente seduto sul divano, sa di averla fatta grossa, e che dunque Γ¨ bene che tenga le dovute distanze. Charlotte gli corre incontro non appena la poso a terra. “Ebbene, oltre a riconfermarti il fatto che non meriti di avere un cane cosΓ¬ dolce, ribadisco anche il concetto che sei un vero e proprio idiota. Per tua fortuna non posso dire altrettanto di me, quindi per estrema cortesia nei tuoi riguardi, ti permetterΓ² di darmi delle spiegazioni in merito alla tua sparizione dell’altra sera, e non pensare di raccontarmi cavolate perchΓ¨ se anche solo fiuto puzza di bugia ti sparo dapprima ad una gamba, per poi proseguire in parti del corpo estremamente utili alla tua sopravvivenza!” Leggermente pungente ma quando ci vuole, ci vuole. Proseguo il mio monologo “Ti cito le tue testuali parole: “Sono stato costretto a tenerti all’oscuro e soprattutto il piΓΉ lontano possibile da lei per non destare troppi sospetti, lei Γ¨ la nostra infiltrata.” Mi dici da che parte bacata del tuo cervello t’Γ¨ arrivata l’idea di non comunicarmi che Nina Diaz Γ¨ dei nostri? Avrei potuto spararle a vista, per quello che potevi saperne tu dei miei piani! Per caritΓ , bel piano, perchΓ¨ questo devo purtoppo concedertelo, perΓ² la prossima volta gradirei essere informata per tempo! Ora che il Notaio riposa in pace e che la polizia brancola nel buio Γ¨ l’attimo perfetto per sferrare un altro rapido e tragico attacco. Fammi avere tutti i tabulati telefonici di Parker, tutti i nomi dei locali in cui andrΓ  in questi giorni e tutte le perone che incontrerΓ ! Voglio la sua agenda, voglio persino sapere a che ora andrΓ  in bagno, devo avere una visione molto nitida di quello che mi aspetta.” Concludo prendendo un grosso respiro, poi espiro lentamente ma Andy, con la sua faccia da cane bastonato, mi fa ridere e non riesco a trattenermi, scoppio quindi in una risata. “Per fortuna mi hai giΓ  perdonato, non saprei vivere senza poterti parlare dolce Becca del mio cuo…” mi dice lui ma non riesce nemmeno a terminare la frase che ho giΓ  estratto la pistola e sparato un colpo in direzione del cuscino che si trova proprio a lato della sua testa. Soffio sull’estremitΓ  della canna imitando una scena di un film Western e sogghignando gli bisbiglio “Allora vedi di stare concentrato, perchΓ¨ da morto, Γ¨ certo, non riusciresti davvero piΓΉ a vedermi”. Gli volto le spalle, con un passo deciso entro in ascensore e lo fisso mentre le porte si richiudono. E’ esterrefatto. Io invece mi sento divertita! Non faccio in tempo ad arrivare al piano terra che ricevo un messaggio da lui: ” Mi devi tremila dollari per il cuscino. Ciao!”. Non ci penso nemmeno per sogno di ripagartelo, certo che solo un pazzo spenderebbe cosΓ¬ tanto per un divano, che bello il divano, non vedo l’ora di buttarmi sul mio, ho proprio bisogno di riposo, per fortuna non ho turni al bar in questi giorni, posso godermi la vita e fare tutto quello che voglio, potrei fare due passi in cittΓ , oppure quel corso di surf, oh no! Questa sera devo uscire col Detective! Panico! Cosa mi metto? Ma a che ora poi? Guardo l’orologio, sono solo le undici del mattino, non s’Γ¨ ancora fatto sentire quindi non Γ¨ per forza detto che sia confermato l’appuntamento! Meglio fare un salto dal parrucchiere… anzi no, perchΓ¨ mai dovrei andare dal parrucchiere? Per faermi bella forse? Bella per lui? Becca riprenditi stai degenerando ancora come ieri sera! Facciamo che ti fai una bella dormita e poi se ne riparla. Con questi pensieri salto in auto, metto in moto e sfreccio a casa.

Mi sveglio di soprassalto dopo non so quante ore di dormiveglia accompagnate da incubi. Ho la fronte sudata e tutti i capelli appiccicati dietro il collo, guardo strizzando gli occhi l’orologio appeso al muro, mi sembra che la lancetta sia sul numero sette. Ma le sette di sera o di mattina? Prendo in mano il cellulare e vedo tra le notifiche due messaggi di Evans. Il primo, inviatomi alle 15:46 dice ” Miss puoi scegliere tra la lettera A e la lettera B, non saprai di cosa si tratta, dovrai quindi sperare di aver fatto la scelta giusta. Una volta decisa l’opzione che preferisci, ti aspetto alle 19:50 davanti al tuo bar!”. Ma come alle 19:50? Che ore sono? Ho solo trentacinque minuti per essere lΓ¬! Ma poi cosa sono questi giochetti con le lettere? Solo perchΓ¨ Γ¨ americano e non conosce il programma ma non siamo di certo da Mike Buongiorno alla ruota della fortuna! Devo correre subito in doccia! No aspetta, e l’altro messaggio? ore 18:03 “Miss non ho ricevuto risposta, vuoi lasciarmi sulle spine o speri che con il mio intuito da super Detective io riesca a dedurre la tua scelta?” Gli rispondo subito: ” Lettera B! A tra poco!”. Il tempo scorre velocemente mentre mi vesto e cerco di pettinarmi i capelli bagnati alla meglio possibile. Saltello su un piede infilandomi uno stivale ma quando lo riappoggio a terra provo un dolore lancinante, una bella storta alla caviglia ci voleva proprio! Chiavi di casa, chiavi della macchina, portafogli, borsa, cappello, giacca. Ma cosa sto facendo! La giacca va indossata prima di mettere la borsa! Scendo le scale correndo e, mi pare giusto, perdo il cappello, quindi ferma Becca, torna indietro, recupera il cappello, continua a scendere le scale, salta in auto. Ho chiuso la porta? Va beh, non entreranno di certo questa sera i ladri in casa mia no? Gioco con acceleratore e frizione, il motore fa un forte rombo e con questa musica esco dalla zona garage sgasando il piΓΉ possibile, sono in ritardo, sono giΓ  le 19:50! Sono una maleducata! Aggiungiamo anche questa caratteristica alla ormai terrificante lista delle mie particolaritΓ .

Indosso un cappello fedora color panna, rigorosamente abbinato alla giacca dello stesso colore, al di sotto della quale porto un abito della lunghezza che copre il ginocchio, Γ¨ color malva. Ai piedi stivaletti texani e borsa con frange entrambi color cuoio. Evans mi sorride vedendomi arrivare, Γ¨ seduto su uno degli sgabelli al di fuori del bar. Capello lungo raccolto in una coda bassa con qualche ciocca che, ribellandosi, gli ricade sul viso. Indossa una camicia di lino scura, sbottonata per metΓ , al collo un medaglione. Pantalone classico chiaro e stivali scuri leggermente a punta. Guarda un po’ me ed un po’ il drink che tiene in mano, sembra imbarazzato. “Non prenderai freddo con quei capelli bagnati Miss? Certo che, ci vuole coraggio…” solleva lo sguardo alzando il sopracciglio “.. ci vuole coraggio ad essere cosΓ¬ bella anche con i capelli in questo stato!” sussurra sfiorandomeli delicatamente. “Vorrei poter dire altrettanto di te, Detective, ma seppur i tuoi capelli siano asciutti, non sei neppure lontanamente definibile carino.” Rispondo al suo complimento con una battuta pungente, chissΓ  se sarΓ  abbastanza scaltro da capire il mio senso dell’umorismo.

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